https://fr.wikipedia.org/wiki/Bois_du_Cazier#/media/Fichier:Marcinelle_-_Bois_du_Cazier_-_2018-04-22_-_01.jpg
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Bois du Cazier, la miniera di Marcinelle (Belgio)

La miniera Bois du Cazier si trova a Marcinelle, Charleroi, nella provincia Belga dell’Hainaut.

“Il Bois du Cazier, dista 67 km da Bruxelles. Il 1 Luglio 2012 é diventato patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Per chi arriva in Belgio come turista o per chi si é trasferito da poco potrebbe trattarsi di un luogo da esplorare durante una gita domenicale. In realtà, la ex miniera é tristemente nota per il disastro dell’8 Agosto 1956, data di una delle più note tragedie di morti sul lavoro della storia. Dei 262 minatori morti, 136 erano italiani, bilancio che segna la tragedia di Marcinelle come una delle peggiori di sempre per numero di lavoratori italiani deceduti in servizio. Il 56esimo anniversario della catastrofe é un momento importante per mantenere viva la memoria storica che lega le radici dell’immigrazione italiana in Belgio e la sua evoluzione, agli eventi tragici che han segnato in maniera indelebile la storia dei lavoratori italiani. Era la mattina dell’8 Agosto 1956 quando, a 975m di profondità si scateno’ quello che i pochi sopravvisuti descrissero come “l’inferno”: a causa di un malinteso la gabbia per l’estrazione si avvia prima del tempo mentre un vagone mal inserito danneggia due cavi elettrici ad alta tensione. Ne scaturisce un terribile incendio – le strutture della miniera, per motivi tecnici e storici erano infatti in legno -che si propaga nelle condutture d’aria : il risultato per i minatori tra i 900 e 1000 metri di profodnità é appunto l’inferno. Per giorni i soccorsi cercano disperatamente di trovare superstiti: a 1035 metri sotto terra i minatori verranno trovati gli uni avvinghiati agli altri in una macerie umana . Il disastro del Bois du Cazier rappresenta nel numero imponente di lavoratori morti, non solo il gravissimo problema della sicurezza sul lavoro, ma anche la condizione sociale e umana cui centinaia di migliaia di immigrati per lavoro si trovarono a vivere, o meglio sopravvivere all’epoca. Gli italiani in Belgio hanno rappresentato fino ad un paio d’anni fa la comunità straniera più numerosa nel Paese ( recentemente al secondo posto). Questo perché nel 1946 i due Stati, Italia e Belgio firmarono ‘l’accordo minatori-carbone’: L’italia’ ricca’ di manodopera ma povera di lavoro, cedeva in cambio di carbone, lavoratori al Belgio, ricco di miniere ma ‘povero’ di manodopera. La merce di scambio erano percio’ le vite umane dei lavoratori, e famiglie, pronti a partire per garantire ai se stessi un posto di lavoro, e ai propri figli un futuro migliore. Nel solo 1956, anno del disastro, 47 mila italiani partirono a lavorare come minatori nella regione della Vallonia. In totale , tra il 1946 e il 1963 , 886 minatori italiani persero la vita in Belgio per incidenti sul lavoro. A cui si aggiungono migliaia di vittime colpite da silicosi a seguito dell’inalazioni tossiche sul lavoro. Questi fatti sembrano molto lontani oggi, per le nuove generazioni di ‘immigrati della conoscenza’ , lontani dalle migliaia di italiani, francesi, spagnoli, e cittadini europei che si trasferiscono a Bruxelles per lavorare all’interno o intorno alle Istituzioni. Sembrano molto lontani anche rispetto agli italiani di seconda, ed ora terza generazione, figli e nipoti di quegli stessi minatori , che sono ormai cittadi italo-belgi o belgi-italiani, perfettamente integrati nel tessuto sociale e lavorativo del Paese. Si pensi ad alcune zone della Vallonia, i cittadini di orgine italiana rappresentano il 30% della popolazione (ad es a Tubize, altro ex centro di estrazione ). Sono passati 56 anni da Marcinelle, e l’Europa sta attraversando un forte periodo di crisi : da recenti dati dell’Agenzia Federale del lavoro in Germania, i lavoratori italiani (e spagnoli, greci, portoghesi) che si trasferiscono per lavoro nei Paesi UE meno colpiti sono in grande aumento – circa 6,5% in piu’ all’anno. Nel frattempo i problemi legati alla sicurezza dei lavoratori nel settore industriale rimane sempre un nodo insoluto ( si pensi ai recenti fatti dell’IlVA di Taranto). Per chi volesse immergersi nella storia che lega il Belgio e l’Italia , si consiglia un giro per i siti minerari dichiarati patrimonio UNESCO dell’umanità”.

Da: http://www.bruxella.com/index.php/news/329-marcinelle-anniversario-del-disastro-delle-miniere

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