Miniera di stagno sul monte Valerio, Piombino

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Non siamo in Inghilterra e si vede, in Italia non si parla di conservazione ma di distruzione, operata dai nuovi barbari: “Demolite le testimonianze storiche della miniera di Monte Valerio”.

“A Campiglia la cultura della conservazione delle testimonianze materiali della storia del lavoro conta meno che zero. La prova: la demolizione delle LAVERIE della miniera di Monte Valerio, avvenuta in queste settimane. Nella conferenza di venerdi 20 Febbraio “Il sacco di Monte Valerio” indetta dal Comitato per Campiglia, Gianfranco Benedettini e Massimo Zucconi avevano illustrato la storia di quella che oggi è la Cava di Monte Valerio ma che fino dall’antichità fu luogo di estrazione dello stagno. In quell’occasione, era stata descritta anche la configurazione degli edifici della più importante miniera di stagno d’Italia realizzati in epoca di autarchia e inaugurati nel 1937. I fabbricati, in particolare quello destinato al lavaggio del minerale, presentavano caratteristiche di rilevanza storica. La descrizione e le foto presentate da Benedettini hanno fatto ben capire il grande valore testimoniale della storia del lavoro di una miniera che, con i suoi 750 dipendenti, ha fatto vivere per quasi cinquanta anni tutta Campiglia. Se ormai da decenni agli edifici industriali viene riconosciuto un grande valore documentario, storico ed architettonico, purtroppo bisogna prendere atto che a Campiglia non è così. Infatti il giorno dopo la conferenza abbiamo constatato che gli edifici principali e più interessanti della miniera erano stati demoliti nel giro di pochi giorni. Dopo i danni al paesaggio, non c’è rispetto neanche per i segni del lavoro. Siamo veramente indignati e vogliamo sapere se la SALES ha demolito i fabbricati abusivamente o se il Comune ha dato l’autorizzazione necessaria. In ogni caso si tratta di un atto di barbarie inaccettabile, di un grave danno al patrimonio archeologico-industriale, che deve obbligare il Comune a dare risposte chiare su cosa è accaduto e ad adottare i necessari provvedimenti. Comitato per Campiglia 24 febbraio 2009”

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