Approvata all’unanimità la proposta di legge per la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale

Approvata all’unanimità la proposta di legge per la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale. La legge si propone di valorizzare e, in qualche caso, salvare dal degrado, alcuni importanti siti presenti sul territorio ma non più utilizzati per il processo produttivo, che costituiscono comunque testimonianza storica del lavoro e della cultura industriale della nostra regione.

(Acs) Perugia, 12 marzo 2013 – Approvata all’unanimità dall’Aula di Palazzo Cesaroni la proposta di legge inerente la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale, di iniziativa dei consiglieri Gianfranco Chiacchieroni (Pd), Maria Rosi (Pdl), Massimo Buconi (Psi) e Sandra Monacelli (Udc). La legge si propone di valorizzare e, in qualche caso salvare dal degrado, alcuni importanti siti presenti sul territorio ma non più utilizzati per il processo produttivo, che costituiscono comunque testimonianza storica del lavoro e della cultura industriale della nostra regione.

L’archeologia industriale – ha detto il relatore Massimo Buconi – è sicuramente destinata ad un grande sviluppo. Tanto in Europa quanto nelle Americhe si assiste ad un sempre maggiore interesse per gli aspetti dell’industrializzazione che vengono, con il passare del tempo, visti in chiave maggiormente storica. Lungi dalla logica meramente vincolistica, peraltro spontaneamente superata da molti dei recuperi già esistenti, questo progetto di legge regionale si propone in primo luogo di valorizzare e, in qualche caso, salvare dal degrado alcuni importanti siti presenti nella nostra Regione, cosi da sfruttare anche quegli spazi che sembrano invece esser destinati alla demolizione, dando dignità e nuova vita ad edifici che in molti casi hanno scritto pagine di storia della nostra Regione. Le destinazioni d’uso potranno quindi essere molteplici: non solo museali ed espositive, ma anche commerciali, addirittura abitative”.

In Umbria la più importante realtà sotto il profilo dell’Archeologia Industriale è la Conca Ternana. Quest’area ingloba i centri urbani di Terni e Narni Scalo e l’insieme delle loro industrie (le acciaierie, le fabbriche d’armi, gli stabilimenti elettrochimici, siderurgici, tessili e meccanici), oltre a fabbriche, villaggi e quartieri operai, stazioni e linee ferroviarie, canali idraulici, centrali e linee elettriche, cave e discariche. La Conca Ternana si configura perciò come una sorta di parco, di museo a cielo aperto di valore inestimabile. Dalla fine degli anni novanta Terni ed il suo territorio sono al centro del dibattito sull’archeologia industriale, trasformandosi in una sorta di laboratorio, grazie a numerosi interventi di recupero (le Officine Bosco, l’edificio operaio del Palazzone), di conservazione (la centrale elettrica del Galleto) e di riuso (gli stabilimenti per la produzione di calcio a Papigno utilizzati come studi cinematografici; l’area del Siri destinata a polo museale della città).

AI di fuori dell’area di Terni, almeno fino alla metà dell’Ottocento, il principale centro commerciale e manifatturiero dell’Umbria era Foligno con il suo circondario. Sono testimonianze di questa realtà gli opifici all’interno della città e le cartiere (insieme a gualchiere, mulini, concerie, ramiere) della valle del Menotre. Ancora a ridosso di Foligno sorge uno dei più importanti monumenti dell’archeologia industriale umbra: lo zuccherificio, edificato nel 1900. Perugia invece è la sede di una delle esperienze industriali più note del novecento la Perugina, di cui resta unica testimonianza una ciminiera. La memoria di questi luoghi è contenuta nel museo aziendale della Buitoni- Perugina.

Una nuova sensibilità verso i siti industriali e la loro memoria – ha ricordato Buconi – è dimostrata dalla nascita di strutture museali come il Museo del Tabacco di San Giustino, il Museo regionale della Ceramica di Deruta, il Museo del vetro di Piegaro, il Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte di Marsciano, a cui si aggiungono i progetti di musei e valorizzazione delle miniere di Collazzone, di Morgnano nel comune di Spoleto, Pietrafitta, Monteleone di Spoleto e Gualdo Cattaneo”.

DICHIARAZIONI DI VOTO:

RAFFAELE NEVI (Pdl): “Voteremo a favore della legge, perché siamo tutti d’accordo nel riconoscere il grande patrimonio dell’archeologia industriale da non disperdere, ma vorremmo rassicurazioni dall’assessore sui finanziamenti, dato che al momento è senza copertura e quindi sembra una legge ‘bandierina’, messa su per accontentare qualcuno a chiacchiere”.

FABRIZIO BRACCO (Assessore alla cultura): “La legge è venuta ad accavallarsi con la sessione di Bilancio, che inizierà da oggi e durante la quale non si potranno approvare altre leggi, ma può partire da subito sfruttando una posta iniziale per effettuare azioni di ricognizione sul territorio, una direzione verso la quale l’Umbria si muove già da tempo, dato che parte del patrimonio di archeologia industriale è già catalogato, come mulini, pastifici, fornaci e vari musei che sono sorti sul territorio. E’ chiaro che serviranno altre risorse, anche dalla prossima programmazione comunitaria”.

SCHEDA – La legge si propone di valorizzare e, in qualche caso, salvare dal degrado alcuni importanti siti presenti sul territorio ma non più utilizzati per il processo produttivo, che costituiscono comunque testimonianza storica del lavoro e della cultura industriale della nostra regione. Un patrimonio fatto sia di fabbriche e complessi industriali dismessi che di archivi, raccolte librarie e documentarie, compresi disegni, fotografie e filmati.

Promuove anche iniziative finalizzate alla divulgazione ed alla didattica, oppure dirette alla realizzazione di itinerari culturali e percorsi tematici, oltre che iniziative di promozione turistico-culturale. Una apposita Commissione, costituita con decreto del presidente della Giunta regionale e composta da esperti dell’Amministrazione e rappresentanti del Cal, sovrintenderà alle attività di valorizzazione e promozione dell’archeologia industriale. La norma finanziaria rimanda alla legge regionale di Bilancio della Regione Umbria, in fase di approvazione.

Prima del voto, su indicazione del Ministero dei Beni culturali (che ha espresso parere favorevole) è stato approvato un emendamento (presentato in Aula dal relatore Buconi) mirante a garantire un raccordo istituzionale tra gli uffici delle autonomie territoriali e quelli ministeriali sin dalla fase di progettazione degli interventi e ad evitare che il nuovo strumento di pianificazione possa essere disallineato rispetto alle previsioni contenute nella pianificazione paesaggistica. PG/

Fonte: http://www.consiglio.regione.umbria.it/informazione-e-partecipazione/2013/03/12/consiglio-regionale-4-cultura-approvata-allunanimita-la-pro

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