Centrale idroelettrica di Chiomonte
Centrale idroelettrica di Chiomonte

Centrale idroelettrica di Chiomonte (TO)

La centrale idroelettrica di Chiomonte fu la prima costruita per iniziativa della Azienda Elettrica Municipale della Città di Torino, costituita dopo l’approvazione del regolamento attuativo della Legge 103/1903, il quale definiva i compiti che dovevano ricoprire le commissioni amministratrici delle aziende che i comuni potevano creare per la gestione dei servizi. L’opera di derivazione, realizzata sulla sponda sinistra della Dora Riparia nel territorio di Salbertrand 90 m a valle del ponte di Serre la Voute sulla Ferrovia Torino-Modane, garantiva una portata di 4 m3/s elevabili a 5, mentre il canale della lunghezza di 8.153 m si sviluppava quasi completamente in galleria, con pendenza del 2 per mille. Il salto geodetico era pari a 325 m, sfruttato grazie a due condotte forzate del diametro 1,10 m, lunghe 564 m. parte in lamiera di acciaio chiodata parte in lamiere di acciaio saldata costruite dalle Officine Metallurgiche Togni di Brescia. L’officina, entrata in funzione nell’ottobre 1910, sorge ancora oggi nel territorio di Chiomonte a valle del Ponte di Giaglione ed era servita, esternamente alla sala macchine, da due condotte di distribuzione dalle quali erano derivate, per ogni turbina, due prese parallele, ognuna munita di saracinesca e capace della completa alimentazione delle quattro turbine Pelton da 2.800 kW costruite dalla Escher Wyss di Zurigo, accoppiate ad altrettanti alternatori forniti dal Tecnomasio Italiano Brown Boveri di Milano. Nel 1916 l’instabilità delle rocce nella zona di Fenils, portò alla decisione di ricostruire il canale derivatore, che correva lungo la sponda sinistra, sulla parte destra, dove ne fu scavato uno nuovo, lungo 650 m, a cielo aperto e di installare un ponte-tubo in grado di raccordarsi con le opere preesistenti sulla sinistra orografica. Nello stesso periodo l’azienda avviò, inoltre, i lavori che incrementarono la potenza dell’impianto, grazie all’aumento della portata derivabile complessiva fino ad 1 m3/s.  L’anno successivo furono svolti altri interventi alle opere di derivazione e posta in opera la terza condotta forzata, lunga 450 m, preludio all’installazione di un nuovo gruppo, costituito da una turbina Pelton da 4.000 kW, costruita dalla Riva, e da un alternatore delle Officine Savigliano, mentre, in località Ramat, presso le camere di carico, fu costruito un bacino di accumulo e regolazione giornaliera della capacità di 20.000 m3. Dopo venti anni furono sostituiti i turbo-alternatori con nuovi gruppi più moderni ed efficienti, ognuno in grado di toccare i 4.800 kW, assicurando un maggior rendimento complessivo dell’impianto, quasi doppio rispetto a quello di origine. Recentemente la centrale di Chiomonte è stata oggetto dell’ennesimo revamping durato circa 20 mesi che ha comportato la sostituzione integrale del macchinario di generazione grazie al quale la potenza si attesta oggi a 9,2 MW. 

Bacino di carico Ramat, 920 m s.l.m.
Bacino di carico Ramat, 920 m s.l.m.
Centrale idroelettrica di Chiomonte
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