https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/05/Battleship_Roma.jpeg
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Il ritrovamento della Corazzata Roma

La storia della più grande nave italiana della storia si intreccia con Terni: i cannoni costruiti dalla Odero-Terni-Orlando e il Contrammiraglio Stanislao Caraciotti.

La corrazzata Roma, terza unità della classe Littorio, consegnata alla Regia Marina il 14 giugno 1942, con le sue 45.000 tonnellate rappresentò l’apice della produzione navale bellica italiana di tutti i tempi, basti pensare che, a titolo di puro raffronto, il tonnellaggio dell’attuale ammiraglia portaerei Cavour è circa la metà. La costruzione fu realizzata presso i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Molfalcone (Trieste), mentre i grandi cannoni delle torri trinate da 381 mm provenivano dalle officine Odero-Terni-Orlando (Terni-La Spezia), le turbine a vapore dall’Ansaldo (Genova), i cannoncini antiaerei dalla Breda (Brescia), le strumentazioni ottiche e la centrale di tiro dalla Galileo (Firenze). La nave fu affondata intorno alle ore 16 del 9 settembre 1943 nel Golfo dell’Asinara, colpita da bombe radioguidate tipo “Ruhrstahl SD 1400”, lanciate da una formazione aerea tedesca costituita da bombardieri Dornier “Do 217 K”. La corazzata, dopo essersi capovolta, fu vista affondare dai testimoni dopo essersi spezzata in due tronconi. Nella tragedia perse la vita tutto lo Stato Maggiore, compresi l’Ammiraglio Bergamini, Comandante in Capo delle Forze nazionali da Battaglia e il Contrammiraglio Stanislao Caraciotti, membro di una famiglia aristocratica originaria di Terni, insieme a 1393 marinai. Dopo decenni di inutili ricerche il relitto è stato finalmente scoperto grazie alla tecnologia inventata dall’ingegnere Guido Gay che, con il sottomarino a comando remoto “Pluto Palla”, lo ha individuato il 28 giugno 2012 ad oltre 1.000 metri di profondità ed a 16 miglia dalla costa nel golfo dell’Asinara. Le immagini si riferiscono al momento della scoperta, quando le telecamere hanno potuto mostrare l’artiglieria antiaerea della nave, costituita da cannoni Ansaldo 90/53, da mitragliatrici Breda da 37/54 mm con i parafiamma sulle canne e dalle mitragliatrici da 20/65 mm. In particolare una fotografia è relativa ad una delle grandi quattro eliche di cui era dotata la nave, del diametro di 5 metri.

Il Centro Studi Malfatti ringrazia il Dott. Ugo Gerini autore del libro “CORAZZATA ROMA, DESTINAZIONE FINALE” e l’Ing. Guido Gay per la concessione delle immagini.

Breda 37/54
Mitragliatrici Breda da 37/54 mm

 

Cannone Ansaldo 90/53
Cannone Ansaldo da 90/53 mm

 

Mitragliatrici Breda da 20/65 mm
Mitragliatrici Breda da 20/65 mm

 

Sistema ottico di puntamento Galileo
Sistema ottico di puntamento Galileo

 

Elica
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