Elia Rossi Passavanti

Elia Rossi Passavanti e Rocca S. Angelo

Sulla sommità del monte S. Angelo, prima dell’abitato di Marmore, si trovano i resti della Rocca costruita per difendere il piano delle Marmore ed il controllo della Cascata, oggetto di guerre centenarie tra Rieti e Terni.
Il 7 marzo del 1927 2.000 operai con il Podestà Elia Rossi Passavanti ed il Vescovo Mons. Boccoleri, insieme a numerose altre autorità ed associazioni, si recarono in cima alla Rocca che era stata trasformata in Cappella Votiva dalla Società Generale Costruzioni di Roma, azienda che aveva realizzato i lavori per il canale della Centrale di Galleto, entrata in funzione nel 1929.
Sulla cima della torre era stata collocata una croce in ferro ed una grande lampada, simile ad una fiamma e lungo le pareti furono 20 lapidi con i nominativi degli operai morti durante l’esecuzione dei lavori per il cantiere dell’impianto idroelettrico, insieme ai nomi dei caduti in guerra di Marmore.
I versi del Passavanti incisi sulla lapide commemorativa:
 
Elia Rossi Passavanti

EROI DELLA GUERRA – EROI DELLA PACE
INVITTI FANTI DELLA TRINCEA
E
ARTEFICI PODEROSI CHE A COSTRUZIONI CICLOPICHE
COSTRINSERO LE FORZE IMMANI DELLA NATURA
PER LA VITA CHE GETTARONO
A RENDERE PIU’ GRANDE LA PATRIA
LA RIVERENZA E IL RICORDO DELLE FUTURE GENERAZIONI

 

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Per gentile concessione di Roberto Quintili, appassionato curatore dell’ALBO D’ORO DEI DECORATI AL VALOR MILITARE DELLA PROVINCIA DI TERNI, riportiamo l’elenco e le motivazioni delle medaglie conseguite dal

Generale di C. d’Armata ROSSI PASSAVANTI Elia

Cl.1896 da Terni
Reggimento Genova Cavalleria (4°) – (1915 – 1917)
252° Rgt. Fant. Brig.“Massa Carrara“ – Comp. Arditi (1918)
3° Corpo d’Armata – Comandante Settore Propaganda (1941)

Medaglia d’Oro al V.M.
Da Soldato, da Caporale, da Aiutante di battaglia, fulgido, costante esempio trascinatore di uomini, cinque volte ferito, tre volte mutilato, mai lo strazio della sua carne lo accasciò, sempre fu dovuto a forza allontanare dalla lotta, sempre appena possibile, vi seppe tornare, ed in essa fu sempre il primo fra i primi, incurante di sé e delle sofferenze del suo corpo martoriato. In critica situazione, con generoso slancio, fece scudo del suo petto al proprio comandante, e due volte, benché gravemente ferito, si sottrasse, attaccando alla stretta nemica. Con singolare ardimento, trascinava il suo plotone di arditi all’attacco di forte munitissima posizione nemica, impossibilitato ad avanzare, perché intatti i reticolati, fieramente rispondeva con il lancio di bombe a mano, alle intense raffiche di mitragliatrici. Obbligato a ripiegare sebbene ferito, sostava ripetutamente per impedire eventuali contrattacchi. Avuta notizia di una nuova azione, abbandonava l’ospedale in cui l’avevano ricoverato, e raggiungeva il suo reparto, trasportato dai suoi, riusciva a prendere parte alla gloriosa offensiva finale. Soldato veramente, più che di carne e di nervi, dall’anima e dal corpo forgiati d’acciaio di ottima tempra.
Hermada, Settembre 1916 – Grappa, 24 Ottobre 1918

Medaglia d’Oro al V.M.
Mutilato e superdecorato, volontariamente nei ranghi della nuova guerra, per la maggiore grandezza della Patria, riconfermava il suo meraviglioso passato di eroico soldato. A capo della propaganda di una grande unità, seppe dimostrare che più che le parole valgono i fatti e fu sempre dove maggiore era il rischio e combatté con i fanti nelle linee più tormentate. Nella manovra conclusiva, alla testa dell’avanguardia del Corpo d’Armata, entrò per primo in Coriza ed in Erseke, inalberandovi i tricolori affidatigli dal Duce. Superba figura di combattente, animato da indomito eroismo, uscì illeso da mille pericoli e fu l’idolo dei soldati del 3° Corpo d’Armata, che in lui videro il simbolo del valore personale, della continuità dello spirito di sacrificio e della più pura fede nei destini della Patria che legano idealmente le gesta dei soldati del Carso, del Piave e del Grappa con quella dei combattenti dell’Italia fascista.
Albania, Gennaio – Aprile 1941

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Medaglia d’Argento al V.M. “Sul Campo”
Mirabile esempio di coraggio sereno, di alto spirito militare e di profondo sentimento del dovere, rimase al suo posto di combattimento quantunque non lievemente ferito. Nuovamente e più gravemente ferito, prima di essere portato al posto di medicazione, volle essere condotto dal comandante del gruppo per riferirgli sulla situazione.
Altipiano Carsico – Quota 144, 14 Settembre 1916

Medaglia d’Argento al V.M.
Addetto ad un reparto delle retrovie, volontariamente accorse in combattimento con truppe di fanteria impiegate in azione. Raggiunto il suo posto, restò sulla linea di combattimento fino ad azione ultimata, dando prove continue di singolare ardire e destando emulazione ed ammirazione.
San Giovanni di Duino, 19 – 27 Agosto 1917

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Croce di guerra al V.M.
Leggermente ferito in combattimento rimaneva sul posto fino al termine dell’azione.
Pozzuolo del Friuli, 29 – 30 Ottobre 1917

Croce di guerra al V.M.
Comandante di un reparto di assalto reggimentale eseguiva ripetute, ardite e pericolose incursioni sulle linee nemiche, riportando prigionieri ed utili notizie.
Monte Grappa, Luglio 1918

4 Promozioni per merito di guerra al grado di: Caporale, Sergente, Aiutante di battaglia e S.Tenente.

Trasferimento in Servizio Attivo Permanente per merito di guerra.

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