Telfer: "Salvatemi!"
Telfer: "Salvatemi!"

Telfer. Richiesta l’emissione di un atto di autotutela

Telfer: "Salvatemi!"
Telfer: “Salvatemi!”

Telfer, il Centro studi Malfatti, a firma del suo Presidente Edoardo Mazzocchi, ha chiesto al Comune di Terni la emissione di un atto di autotutela al fine di revocare le delibere di Giunta con le quali è stato stabilito lo smantellamento della passerell dell’ex elettrochimico di Papigno, in quanto il provvedimento sarebbe finanziato con un mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, in violazione delle norme che impediscono di impiegare fonti di finanziamento da mutui per operazioni di demolizione, dovendosi destinare le stesse alle sole spese di investimento, atte cioè ad aumentare il patrimonio netto, non a diminuirlo attraverso distruzioni.
Ricordiamo inoltre che a settembre 2014 la Soprintendenza per i beni Storici dell’Umbria ha avviato le procedure per il vincolo dell’intera area industriale di Papigno, in conseguenza delle quali non si capisce come il Comune di Terni potrebbe procedere alla distruzione, piuttosto che alla manutenzione mediante sostituzione delle parti strutturali usurate.
In proposito è utile ricordare come per la manutenzione di tutti i più grandi manufatti metallici del mondo, come ponti, torri e passerelle, gli enti proprietari eseguono una costante e scrupolosa manutenzione, fatta di sostituzioni di parti, protezione mediante verniciatura e controlli meccanici (torre Eiffel, Forth Bridge, ponte di Brooklyn ecc.).
Il Centro Studi ha inoltre diffidato il Comune di Terni a mettere immediatamente in sicurezza l’area sottostante la passerella Telfer mediante l’adozione di ogni tipo di intervento atto a preservare la pubblica incolumità, prevedendo, in collaborazione con la Provincia di Terni, l’interruzione della circolazione sulla strada sottostante fino alla avvenuta messa in sicurezza, in quanto se davvero il manufatto rappresenta, dal 2009, un pericolo tale da imporre lo smantellamento, non si comprende come i responsabili siano stati così imprudenti da non pensare alla incolumità di chi circola in quella strada o frequenta quel luogo per gli sport legati al fiume.
Ultimo elemento di riflessione, ma forse non per importanza, sarebbe abbastanza intelligente lasciare in piedi tutto ciò che potrebbe, in un futuro molto prossimo, contribuire a diversificare l’economia del comprensorio … nel caso “la fabbrica” dovesse chiudere o ridimensionarsi notevolmente. Non si vivrà di soli ipermercati.

Cordiali saluti

Segreteria
Centro Studi “F. M. Malfatti” – Terni

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