Il gasometro di Terni

Quando nei primi anni ’90 del 900 sono state dismesse le ultime officine del gas si è posto il problema del riuso o distruzione delle strutture, tra le quali gasometri molto antichi, abbandonate dalle aziende di gestione ma non dai responsabili dei piani regolatori, perennemente stritolati tra una endemica ignoranza e le necessità indotte dagli impresari edili. Dopo tanto discutere e organizzare convegni sull’argomento, questi complessi industriali sono stati riconosciuti come importante testimonianza del periodo, ormai storico, della grande industria, quindi inclusi, spesso quando la distruzione era già avvenuta, nel dibattito sul recupero e “valorizzazione” del patrimonio industriale.

Nella mia città, Terni, vittima di un sistematico, lento, ma inesorabile, processo di distruzione, degrado, abbandono, marginalizzazione del patrimonio di archeologia industriale, fino a pochi anni fa ancora copioso e bellissimo, il gasometro, costruito nel 1929 dalla Società Anonima Gas Terni, passato poi in proprietà della Società Gas Terni e della Società Nazionale Gazometri, incorporata quest’ultima dalla Camuzzi Gazometri s.p.a., è stato distrutto alla fine del XX secolo.

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