Fornace Penna (Pisciotto) le amministrazioni locali lavorano al recupero della preziosa testimonianza di archeologia industriale

Assomiglia alla abbazia di San Galgano, o a una di quelle cattedrali senza tetto che si possono trovare nelle brughiere irlandesi, ma è ciò che resta di una fornace di Sicilia, in Provincia di Ragusa. La fornace penna è stata costruita tra il 1909 e il 1912, progettata dall’ingegner Ignazio Emmolo, che la gestì in società con il barone Guglielmo Penna. La scelta del sito di Punta Pisciotto fu indotta dalla vicinanza di una cava di argilla, dalla presenza di fondali di profondità utile all’attracco delle navi, dalla presenza nei pressi di una ferrovia e dalla vicinanza con una sorgente. La fornace, lunga ben 86 metri, è di tipo Hoffmann, composta di sedici camere il cui tiraggio forzato era assicurato da una ciminiera alta 46 metri. La sala macchine era costituita da due polverizzatrici, una impastatrice, due laminatrici e una pressa a revolver.

 

 

Qui si è posto il problema del recupero di questo bellissimo manufatto, prima che il tempo e il clima marino lo disintegrino per sempre. Provincia, Comune e Sovrintendenza si sono assunti direttamente la responsabilità della progettazione del recupero, senza cercare l’alibi della crisi finanziaria internazionale, della carenza di risorse pubbliche, senza far indire “stati generali” da associazioni compiacenti, con la finalità, magari, di perdere ulteriore tempo a discutere del come si deve o non si deve fare (il metodo ormai è conosciuto in tutto il mondo come all’italiana). Il 5 settembre 2012 una Conferenza di servizio si è riunita alla presenza del sindaco di Scicli, Franco Susino, il vicecommissario alla Provincia Giovanni Puglisi, e il Sovrintendente di Ragusa Alessandro Ferrara, la Conferenza ha fatto rapidamente il punto della situazione per decidere come procedere per la salvaguardia dell’immobile. Ciascun Ente si è assunto la responsabilità, ciascuno per le proprie competenze, di verificherà lo stato di validità giuridica dei vincoli in capo agli eredi proprietari della Fornace. Nella fase successiva potrebbe essere indetto un bando per la manifestazione di interesse sulla fornace, finalizzato ad un intervento di recupero finalizzato ad una destinazione d’uso compatibile con il bellissimo luogo costiero. Un consigliere provinciale, Franco Susino, aveva a suo tempo scoperto che il vincolo e l’obbligo per i proprietari di provvedere alla messa in sicurezza del manufatto non era mai stato notificato agli eredi, essendo perciò divenuto inefficace. Una volta eletto Sindaco Susino ha riavviato l’iter, concertato con tutti gli enti competenti, per assicurare la messa in sicurezza dell’edificio e un suo recupero contestualizzato. La Mannara del Commissario Montalbano, così e nota la fornace al pubblico televisivo, sarà certamente recuperata.

 

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