1891 Operaio della Fabbrica d’Armi inventa un fucile. E’ nato il “modello 91”

Da “Il Messaggero” – “Cent’anni di notizie dall’Umbria”, 10 novembre 1979, p. 7.

Terni, 11 dicembre 1891.
«Dopo lunghi studi mi si assicura che l’operaio della fabbrica d’armi Mascioli Domenico, da Cascia nell’Umbria, sarebbe in grado di presentare all’esame dei tecnici un tipo di fucile che vuolsi superi in eccellenza tutti quelli in uso negli eserciti. Le principali doti di questo fucile sarebbero le seguenti resistenza di chiusura illimitata e semplicità massima; otto decimi di repulsione eliminata; estrattore ad azione diretta indipendente dal cilindro e permutabile senza scomposizione dell’arme; congegno di sicurezza perfetto con molla spirale in riposo; rapido caricamento; fabbricazione economica da non raggiungere la metà del prezzo dell’armi, ora in uso nell’esercito italiano». Il fucile di cui parla il cronista è il famoso «modello 91 utilizzato fino a pochi anni fa dalle truppe italiane, che la fabbrica d’armi cominciò a produrre qualche anno dopo. L’articolista conclude: «Mentre va resa lode al Mascioli per la sua intelligente operosità, augurando che il suo merito venga ricompensato, ci è da augurarsi ancora che una buona volta si faccia sosta nello spendere enormi somme per gli armamenti». L’anno dopo la questione dei fucili torna a galla, in una corrispondenza da Terni, alla data del 24 giugno. «Il Secolo» aveva riportato una notizia secondo cui «il governo aveva commesso all’estero la fabbricazione di seicentomila fucili». Il cronista commenta: «Si sa bene a Terni, da dove partì la strana notizia, che alla nostra fabbrica d’armi tra poco verrà posto mano alla fabbricazione del nuovo fucile (appunto il famoso modello 91 n.d.r.) e che nulla manca perchè quella possa essere impresa regolarmente. E’ mai possibile supporre che un
governo che si rispetta possa commettere in Austria, o altrove, le armi che debbono servire al caso per difesa della Patria? In tutti i modi la solenne smentita data dal ministero della guerra è stata qui accolta con grande soddisfazione».
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